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venerdì 11 marzo 2011

Progettata per il sole

Casa Fuji è un’abitazione unifamiliare a 40 km da Madrid progettata secondo i criteri dell’architettura bioclimatica. Un prototipo per una futura serie di costruzioni belle e sostenibili. Avendo stabilito come obiettivi di base il minimo impatto ambientale e la massima replicabilità della struttura, tutta la progettazione è stata realizzata impiegando soluzioni tecniche e impiantistiche all’avanguardia ma standardizzate. Sono stati utilizzati materiali certificati, tenendo conto dei processi di produzione e della loro riciclabilità. Queste scelte hanno comunque consentito di contenere i costi entro la soglia dei 1.200 euro il mq.


Una pianta compatta
L’edificio è costruito su due livelli, con cucina, zona giorno, servizi e locale lavanderia al pianterreno; al primo piano si trovano invece le camere da letto, un salottino e altri servizi. La casa presenta una pianta rettangolare e molto compatta. In questo modo, le superfici che in inverno possono disperdere calore, e durante l’estate possono consentirne il passaggio, si riducono al minimo. Per ottenere il massimo beneficio dall’esposizione solare, l’asse maggiore della casa è orientato secondo la direzione Est-Ovest, con le facciate maggiori esposte a Sud e a Nord (65% del totale delle facciate). I quattro fronti che delimitano il perimetro della struttura sono progettati in maniera diversa: la facciata esposta a Sud è trasparente per sfruttare al massimo gli apporti termici dell’energia solare, mentre quella a Nord può considerarsi chiusa, a eccezione di alcune aperture per ventilare gli ambienti. Il prospetto Est è dotato di aperture che consentono di gestire il passaggio della luce naturale, mentre quello Ovest ne è praticamente privo.
Struttura in legno certificato
La scelta dei materiali da costruzione è stata condotta tenendo conto dell’impatto ambientale durante l’intero ciclo di vita degli stessi, dalla produzione fino alla dismissione. La struttura portante è in legno certificato PEFC. Le masse murarie sono realizzate con mattoni termoacustici argillosi, e hanno spessore variabile in funzione della facciata su cui sono impiegate. Lo spessore massimo dei muri (29 cm) si raggiunge nella facciata esposta a Nord, quello minimo (14 cm) è in corrispondenza della facciata esposta a Sud, dove i muri sono posti alle spalle di serre bioclimatiche. I materiali per l’isolamento delle pareti sono tutti naturali e comprendono pannelli di legno e fibre di cellulosa. Per l’isolamento del tetto sono stati impiegati pannelli in fibra di legno realizzati con scarti di lavorazione. Le finestre sono del tipo a vetro camera, con telaio in alluminio a taglio termico. Questa combinazione consente di ridurre del 70% le dispersioni termiche invernali e del 40% gli apporti di calore estivi.
Così si sfrutta l'effetto serra
In linea con i principi della casa passiva, una delle prerogative del progetto Casa Fuji è stato il massimo sfruttamento della radiazione solare naturale. La struttura presenta una serie di soluzioni architettoniche e tecnologiche calibrate allo scopo di ottenere calore e luce naturale, evitando fenomeni di abbagliamento dovuti al riflesso della luce sulle superfici interne della casa e il surriscaldamento degli ambienti. Le grandi superfici vetrate esposte a Sud, oltre a essere dotate di vetri selettivi, sono protette da una schermatura realizzata con lamelle in alluminio. Il sistema di serre solari, fatta eccezione per l’asciugatrice solare adiacente al locale lavanderia, è realizzato al primo piano lungo la facciata esposta a Sud. Questo sistema consente l’immagazzinamento di calore (per effetto serra) durante il periodo invernale. Calore che viene trasferito attraverso scambi convettivi alle stanze adiacenti, mediante l’apertura di apposite prese d’aria collocate lungo le pareti interne. Le serre contribuiscono anche al raffrescamento durante il periodo estivo grazie ad aperture verso l’esterno (chiuse in inverno), che consentono di eliminare l’aria calda in eccesso. Il funzionamento delle serre solari è automatizzato, e viene regolato sulla base di appositi sensori di temperatura, da cui dipende l’apertura delle griglie di ventilazione.
Consumi molto ridotti
Il sistema di riscaldamento prevede l’impiego di nove pannelli solari termici, sia per la produzione di acqua calda per i servizi, sia per coprire una parte del fabbisogno termico degli ambienti. A integrazione dei
collettori solari è stata installata una caldaia a condensazione ad alto rendimento, con refrigeratore integrato, che oltre a produrre calore ha anche la funzione di raffrescamento estivo. Tutto ciò è abbinato a un sistema a pavimento radiante a bassa temperatura. Complessivamente questo impianto permette di ottenere consumi bassissimi, calcolabili in circa sette kWh il mq l’anno.


Fonte

giovedì 13 gennaio 2011

Il sole in facciata

A Brooklyn, nel quartiere di Williamsburg, nasce il primo edificio a basso impatto ambientale ibrido, cioè che ospita sia residenze private sia uffici, di New York City. Progettato dall’architetto olandese Mark Helder, trasferitosi in America nel 2002, è una delle poche costruzioni di NY ad avere una facciata fotovoltaica integrata nell’architettonico. L’orientamento a sud del lotto e la sensibilità nord europea dell’architetto ai temi ambientali hanno contribuito a creare i presupposti per un edificio che sfrutta al meglio l’irraggiamento solare e le tecnologie esistenti per un’ottimizzazione dei consumi. Tutta la progettazione e il funzionamento della palazzina ruotano intorno alla facciata solare, che ha una potenza installata di 4 kW e provvede a coprire oltre il 50% dei consumi energetici. Consumi che vengono controllati anche grazie all’ausilio di diverse tecnologie, ben oltre il solare.


Un sistema a pavimento radiante connesso a una caldaia ad alta efficienza permette di ridurre la spesa per il riscaldamento, e viene reso più efficiente grazie alla coibentazione dello stesso pavimento e delle pareti che di notte fungono da massa termica, rilasciando il calore assorbito durante le ore diurne. Per quanto riguarda la ventilazione, invece, la posizione poco felice dell’edificio, a ridosso dell’autostrada, ha costretto l’architetto ad avvalersi di un sistema di ventilazione forzata, e non naturale, con potenza installata di 30 W. L’impianto, prossimo agli standard Hepa, garantisce un alto livello di qualità dell’aria, superiore ai livelli richiesti dall’Associazione Americana per la Tutela dei Polmoni, che impone rigide normative sulla qualità dell’aria domestica.


Oltre alla ricerca impiantistica, come in ogni edificio che intenda ottenere una certificazione Leed, attenzione è stata data a tutti gli interni, a partire dalle rifiniture fino alla scelta dell’arredamento. Vernici e colle sono naturali, certificate senza componenti organici volatili (Voc), gli infissi ad alta efficienza contribuiscono a un ulteriore risparmio sulla bolletta (circa il 40% rispetto a tradizionali finestre) e permettono di isolare acusticamente le aree che affacciano sulla strada. Il legno utilizzato per l’arredamento delle stanze da letto, del salone e delle scale è in parte riciclato e in parte certificato in quanto legno proveniente da arbusti di scarto, cioè deceduti naturalmente.


La scelta progettuale di Helder va oltre il concetto di sostenibilità inteso come risparmio energetico, ma vuole avere anche una forte funzione sociale e dimostrativa. La palazzina è ben visibile infatti lungo l’autostrada che collega Brooklyn a Manhattan, dove il traffico è sempre molto intenso e i guidatori inevitabilmente si chiedono se quel blu intenso e brillante siano proprio moduli fotovoltaici...


Inoltre un percorso interno dedicato ai nuovi acquirenti che intendano comprare/ affittare uno degli appartamenti o studio funge da elemento di sensibilizzazione e spiega le singole scelte ambientali. Il progetto di Helder quindi è diventato un punto di riferimento per molti, architetti e cittadini, che trovano un elemento di distinzione in quella fusione tra estetica e sostenibilità rara da vedere in contesti periferici come Williamsburg.



Trasporti/ treni a vento
I forti incentivi messi a disposizione dalla nuova amministrazione americana per lo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica hanno convinto la compagnia ferroviaria americana BNSF a cambiare strategia per i treni cargo. Da oggi i convogli merci sono spinti da elettricità proveniente da fonti rinnovabili, come il vento, e da motori diesel. La compagnia, insieme ad altre, sta anche valutando l’ipotesi di sfruttare la linea elettrica ferroviaria per creare un sistema di trasmissione di energia elettrica dedicata alle sole fonti rinnovabili. In questa maniera si garantirebbe l’arrivo di energia verde in centri in cui attualmente il sistema di distribuzione energetico non consente di utilizzare queste fonti.




I-phone/una guida green
La California non è nuova a trovate bizzarre in tema ambientale. L’ultima riguarda una delle tecnologie più diffuse del momento, l’I-Phone, e il problema delle tasse sui rifiuti. La città di San Francisco ha così lanciato una versione per I-Phone del popolare server Eco finder che aiuta i cittadini a trovare in tempo reale la discarica più vicina o la soluzione più semplice ed ecologica al problema dei rifiuti. Si chiama Green I-Phone App, e oltre ad essere connesso con il server Eco Finder, consente di individuare le soluzioni migliori per risparmiare sulle bollette, e fornisce anche indicazioni utili per lo shopping sostenibile a San Francisco!




Lo standard Hepa
L’Hepa (High Energy Performing Air) è un sistema di filtri ad alta efficienza che garantisce la pulizia dell’aria nei locali chiusi (abitazioni, uffici, ospedali...). Garantisce che il 99,7% delle particelle nocive presenti nell’aria, anche di grandezza pari a 0,3 millesimi di millimetro, vengano filtrate. Il Ministero per l’Energia americano (Doe, Department for Energy) ha imposto come livello di qualità dell’aria negli edifici l’utilizzo di questi filtri. In realtà il prodotto nasce nel 1940 a Manhattan, dove viene usato per prevenire la diffusione di particelle radioattive dannose. Soltanto nel 1950 viene messo in commercio, ed è attualmente lo standard di riferimento per il benessere dell’aria indoor.


 
La costruzione al 439 Metropolitan Avenue di Brooklin è una delle poche a New york ad avere i pannelli fotovoltaici integrati nella facciata.


Fonte

mercoledì 10 novembre 2010

Biocasa


Case a basso impatto ambientale, in grado di risparmiare sul costo delle bollette? È la promessa dall’ecosostenibilità. Pannelli solari, impianti fotovoltaici, recupero e riciclo delle acque possono ridurre il consumo delle fonti energetiche non rinnovabili e far risparmiare sulle bollette delle utenze domestiche fino al 38 per cento all’anno: 1.050 euro di spesa per i consumi della soluzione ecologica contro i 1.670 euro l’anno (fra acqua, energia elettrica e riscaldamento) dell’architettura tradizionale. La buona notizia è che non occorre vivere in campagna per muoversi in un ambiente sano sia per l’ambiente sia per il portafoglio. Anche in città sempre più si costruiscono edifici che non inquinano e, soprattutto, si ristrutturano quelli che hanno già qualche anno alle spalle per adeguarli alle ultime normative della bioedilizia. Grazie anche al recente Piano casa del governo. 

RISTRUTTURARE 
A differenza da quanto si può pensare, per rendere più eco-efficienti i vecchi immobili basta- Tutti gli interventi per risparmiare no 2-3 mila euro, anche se molto dipende da quando sono stati costruiti: fino al 1976 non esistevano provvedimenti sul contenimento energetico. La prima legge, la 373/76 sull’isolamento termico è figlia della crisi petrolifera del 1973. È stato poi il turno della 10/1991 che regola in linea generale l’uso razionale dell’energia. Se due terzi delle nostre case sono totalmente privi di isolanti, non molto diversa è la situazione per gli edifici costruiti tra il 1977 e il 1991, quando veniva almeno imposta la coibentazio ne delle pareti. Per le nuove costruzioni c’è un terzo provvedimento, in vigore dal 2006 (Dlgs 192 e 311), che regolarizza la situazione. Viene imposto a tutti un attestato di certificazione energetica. Mentre per gli immobili esistenti il decreto del luglio 2009, stabilisce che tutte le abitazioni devono avere il loro certificato redatto da un professionista dopo una specifica diagnosi energetica. 

FINO A 1.700 EURO Il risultato di un maggior rispetto per l’ambiente si traduce, tra le mura domestiche, in un risparmio fino a un massimo di 1.700 euro all’anno, che corrisponde al 30 per cento in meno della spesa energetica di una famiglia di quattro persone. Un’inaspettata tredicesima, come sanno bene quelle famiglie che hanno seguito alla lettera i 24 suggerimenti individuati dall’Eni con il progetto Eni 30percento, a cominciare dai consigli a costo zero, come non Cinque mosse, semplici e convenienti lasciare gli elettrodomestici in stand-by o usare lampadine a basso consumo. Secondo i calcoli Eni già sostituendo solo 3 lampadine da 100 watt con 3 a basso consumo da 20, si può abbattere del 7 per cento annuo l’uso di elettricità. Quanto agli elettrodomestici, una particolare attenzione va posta al sistema di condizionamento che se mal posizionato può far crescere la bolletta elettrica di oltre il 50 per cento, anche se non viene usato più di 150-200 ore l’anno. Quanto agli elettrodomestici, si possono sostituire i vecchi con quelli di classe energetica superiore A+. In tal senso la crisi non sembra scoraggiare chi è disposto a spendere per modelli più ecologici. Lo indicano i dati della Media World, catena leader della distribuzione elettronica: dei circa 300 mila pezzi venduti nel primo semestre del 2009, oltre il 65 per cento è di classe energetica A superiore. 

AMMORTIZZARE 
Per rimanere nell’ambito delle modifiche da realizzare con un budget minimo, non si può non prendere in considerazione la voce «riscaldamento ». Negli ultimi anni la tecnologia delle caldaie ha fatto ampi progressi e sono ormai disponibili modelli a condensazione che consumano, a parità di resa, il 15 per cento in meno. A fronte di un costo di 1.500 euro (oltre il 40 per cento in più di un modello tradizionale), l’investimento può essere ammortizzato nel giro di circa 4 anni.
Monica Piccini
Cinque mosse, semplici e convenienti 
  • Non lasciate gli elettrodomestici in stand-by. Il consumo si azzera del tutto solo quando la presa dell’apparecchio è staccata dalla rete. Staccate quindi i caricatori quando non sono in uso, spegnete il computer quando vi allontanate. 
  • Installate i riduttori di flusso dell’acqua. A parità di comfort, con i riduttori di flusso dell’acqua (costano 2-8 euro) sui rubinetti dei lavandini e della doccia si riduce dal 30% al 50% il consumo dell’acqua e dell’energia necessaria per riscaldarla, con un risparmio di oltre 50 euro annui.
  • Usate la lavatrice a temperature basse. Un lavaggio in lavatrice a 90 ºC consuma quasi il doppio di energia di uno a 60 ºC. Se scegliete un lavaggio più delicato, potrete avere lo stesso risultato con un risparmio di 20 euro all’anno.
  • Usate la lavastoviglie solo a pieno carico. Questa modalità vi consentirà di risparmiare oltre 20 euro all’anno. Sciacquate i piatti prima di inserirli nella lavastoviglie per poter utilizzare un programma di lavaggio «economico».
  • Isolate il cassonetto delle tapparelle. In molti casi è possibile con una piccola spesa isolare il cassonetto dell’avvolgibile, in modo da limitare gli spifferi in casa ed evitare un inutile spreco di energia. Con questo intervento potete risparmiare il 5% sulla spesa per riscaldamento, quindi oltre 40 euro all’anno. 
* I risparmi indicati sono calcolati con riferimento a una famiglia italiana «tipo» di quattro persone. 
Fonte: Portale della campagna Eni30percento http://www.30percento.it. 
Mo.Pi.